Avete presente la sensazione di non poterne uscire?
Nel lavoro di un parrucchiere ci sono giornate interminabili, con picchi di stress pari a quelle del chirurgo durante un intervento al cuore mentre gli scappa di andare al bagno! Il difficile di lavorare in un salone è imparare a riconoscere i primi stadi di uno tsunami emotivo che sta per travolgere il tuo capo.
Per esempio: sto facendo la tinta ad una cliente che ha provato il “fai da te” leggendo su internet di una colorazione “homemade” fatta con fondi di caffè, alga spirulina e acqua ossigenata, ed ora i suoi capelli hanno il colore della lattuga lasciata per un mese nell’insalatiera; nel frattempo la cliente delle 17 arriva con 30 minuti di anticipo lamentandosi al telefono dell’attesa; il bimbo nell’altra saletta è scappato e ora corre per il salone cercando una via di fuga e finendo per sbattere contro il vetro come le mosche, proprio mentre la mia collega è andata in pausa caffè ma a 800 metri di distanza perché solo li fanno il cappuccino con latte di soia in tazza grande, tiepida, con zucchero di canna grezzo e una spruzzatina di cacao equadoregno.
In tutto questo trambusto l’unica cosa che puoi fare è guardare il tuo capo con un mezzo sorrisetto tirato: “passerà, tranquillo passerà” e in quel momento mi accorgo che sta facendo il taglio con le dita utilizzandole come fossero un paio lame, mentre mi guarda disperato chiedendomi con gli occhi: “ma dove diavolo ho messo le forbici??”. Solo allora noto che il nostro bancone di lavoro è sbattuto come un mobile Ikea montato con le istruzioni in svedese. Riconosco però un luccichio sotto una pila di pettini, piastre e spazzole.
È in questi momenti che l’azione deve essere rapida, disinvolta, efficace:
Io sibilo “shhht”.
Lui mi guarda.
Io scruto distintamente il bancone.
Lui intuisce.
I nostri movimenti dovranno essere sincronizzati ma serve un diversivo…
Accendo il phon in modalità tifone tropicale e faccio volare un gruppo di quikkies per la stanza creando scompiglio tra le clienti che rimangono stregate da quelle stelle filanti dai colori brillanti, nel frattempo il mio capo con un perfetto “pas de bourrée” sfila le forbici, torna in postazione, effettua taglio e piega nel tempo record di 46 secondi et voilà! Tutto finito.
Intanto la mia collega è tornata, il bimbo è rinvenuto, la cliente servita e la tinta insalata ora è un dolcissimo burro di cacao. Tutto e bene quel che finisce bene, anche se il negozio sembra una piazza dopo il concerto di capodanno.
Un salone di successo deve avere due caratteristiche importanti per lavorare bene: professionalità e flessibilità. Inoltre bisogna trovare sempre delle ottime soluzioni per tenere gli strumenti in ordine.
Organizzare il proprio posto di lavoro è importante tanto quanto saper interpretare i tagli del momento, anche perché l’ispirazione è labile: a volte basta perdere 30 secondi per cercare una spazzola o una forbice e nel momento in cui si riprende il taglio…puff, sparisce!